L'Italia di Masi: “Stanchi e in sofferenza. Ma il gruppo ha qualità“
Andrea Masi, gloria azzurra, a parte la stagione 2011-2012 trascorsa a Viadana con gli Aironi, manca dall’Italia da 15 anni. Tra Francia e Inghilterra, da giocatore e allenatore - a Coventry è l’attuale responsabile dell’Academy Senior delle Wasps - s’è costruito un bagaglio di esperienze di altissimo livello. Ora è pronto al rientro: dal 1° luglio sarà tra i vice di Marco Bortolami a Treviso, referente dei trequarti. Dal suo osservatorio privilegiato, alla vigilia proprio di Inghilterra-Italia, pochi possono esprimere meglio un giudizio sul difficile periodo tricolore.
FELICE DI TORNARE?
“Non vedo l’ora: il club e gli amici mi mancheranno, ma sono via da troppo tempo. Anche da un punto di vista familiare è il momento giusto. Consuelo, mia moglie, che ha finito da poco un master in economia, continuerà a lavorare a distanza per la sua azienda londinese. Adele, che parla meglio l’inglese dell’italiano, comincerà le elementari, Nicolò ha due anni…”.
METAFORICAMENTE, COSA METTERÀ IN VALIGIA?
“Tanti prestigiosi rapporti creati negli anni e una profonda conoscenza del mondo ovale. Potrò mettere tutto a disposizione di un club dalle grandi risorse, strutturato e stabile: in Italia non c’è di meglio”.
POTRÀ ANCHE LAVORARE CON DIVERSI EX COMPAGNI…
“Marco stesso, Fabio Ongaro, Antonio Pavanello: ci lega amicizia e stima”.
HA GIÀ TROVATO CASA?
“Non potendoci muovere, è complicato. In Inghilterra la situazione pandemica migliora, ma resta l’obbligo della quarantena in entrata e in uscita”.
PROFESSIONALMENTE PARLANDO, COSA SI ASPETTA DI TROVARE?
“Giovani più preparati di 10-15 anni fa, ma con qualità fisiche, tecniche e tattiche da affinare. È questo il primo problema. Poi, se mi rifaccio al modello britannico, serve anche una miglior organizzazione”.
QUELLA DELLE WASPS?
“I miei giocatori, tra i 18 e i 22 anni di età, sono tutti professionisti, molti si allenano con la prima squadra. C’è completa trasparenza e collaborazione”.
NON LE RISULTA CHE IL RAPPORTO FIR-FRANCHIGIE SIA MIGLIORATO?
“Sì e remare tutti nella stessa direzione è fondamentale”.
CHE ITALIA HA VISTO SABATO?
“Stanca, fisicamente in sofferenza. Come se il livello di fitness non fosse adeguato o i carichi di lavoro mal gestiti”.
EPPURE IL C.T. SMITH BATTE IL TASTO PROPRIO SU QUELL’ASPETTO…
“In qualche settimana di lavoro si può far poco, Anzi, se si esagera , i ragazzi in partita non rendono. Contro la Francia c’è stata poca reattività, lo dimostrano i tanti placcaggi sbagliati”.
SI POTRÀ VOLTARE PAGINA?
“Serve che le franchigie comincino a vincere di più, poi non meno di 3-5 anni”.
LEI, IN AZZURRO, AVREBBE CAMBIATO PIÙ GRADUALMENTE?
“Sì, ma va riconosciuto a Franco il coraggio di essere superiore a pressioni e critiche. Il gruppo ha qualità e il processo pagherà. Lamaro, Varney, Garbisi: da allenatore nulla è più appagante che vedere giovani talenti raggiungere il proprio potenziale”.
A PROPOSITO DI TALENTI: MINOZZI GIOCA ALLE WASPS. COSA PENSA DEL SUO “NO” ALLA NAZIONALE?
“È stata una decisione sofferta: dall’esterno non sempre si percepisce la pressione psicologica alla quale un giocatore di alto livello è sottoposto. Non dico se condivido. Ma ora dipenderà da lui: se tornerà al vertice, di un così non si potrà farne a meno”.
ANCHE PAOLO ODOGWU, CHE GRAZIE A UN PAPÀ METÀ ITALIANO È PARSO A UN PASSO DALL’ARRIVARE IN AZZURRO, GIOCA NELLE WASPS…
“Che occasione sprecata. Avevo fatto presente il caso: se a novembre fosse arrivata una proposta, l’avrebbe accettata. Invece ora è con l’Inghilterra. Ha grandi possibilità: non so perché nessuno si sia mosso”.
COSA SI ASPETTA DAL MATCH DI SABATO A TWICKENHAM?
“L’Inghilterra, dopo il k.o. interno con la Scozia, avrà motivazioni extra. Sarà durissima”.